Omaggio a Iosif Brodskij, foto di Tiziano Biasioli

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Molti Poeti e scrittori hanno descritto Venezia. Fra questi citiamo il premio Nobel Iosif Brodskij del quale ricorre in questi giorni il 75° anniversario della nascita: 24 maggio 1940 a Leningrado.

Abbiamo letto tutto d'un fiato il suo libro "Fondamenta degli incurabili", inizialmente incuriositi dal titolo che riporta il nome di una "strada" di Venezia.

Ricordiamo che la Fondamenta per i Veneziani è una "strada" che corre lungo la laguna e questa citata è un tratto della Fondamenta delle Zattere, che si affaccia sul Canale della Giudecca, luogo sempre esposta al sole che attrae in tutte le stagioni nativi e turisti.

Data la raffinatezza e la sensibilità nelle descrizioni, il testo sembra scritto per la sceneggiatura di un film, o meglio per un documentario sulla Serenissima Capitale.

Per il turista potrebbe essere una guida insolita di Venezia scritta da un suo amante che l'ha visitata ben diciassette volte, soprattutto d'inverno.

L'ha tanto amata che ora riposa nel suo Cimitero, nell'Isola di San Michele. 
 

 

 
 

 

 

 

 
   

 


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Due citazioni dal libro
(edizioni Adelphi, traduzione Gilberto Forti)

 

 

Il pizzo verticale delle facciate veneziane è il più bel disegno che il tempo-alias-acqua abbia lasciato sulla terraferma, in qualsiasi parte del globo. […] È come se lo spazio, consapevole – qui più che in qualsiasi altro luogo – della propria inferiorità rispetto al tempo, gli rispondesse con l’unica proprietà che il tempo non possiede: con la bellezza. Ed ecco perché l’acqua prende questa risposta, la torce, la ritorce, la percuote, la sbriciola, ma alla fine la porta pressoché intatta verso il largo, nell’Adriatico.

E giurai a me stesso che se mai fossi riuscito a tirarmi fuori dal mio impero, per prima cosa sarei venuto a Venezia, avrei affittato una camera al pianterreno di un palazzo, in modo che le onde sollevate dagli scafi di passaggio venissero a sbattere contro la mia finestra, avrei scritto un paio di elegie spegnendo le sigarette sui mattoni umidi del pavimento, avrei tossito e bevuto; e quando mi fossi trovato a corto di soldi, invece di prendere un treno mi sarei comprato una piccola Browling di seconda mano e, non potendo morire a Venezia per cause naturali, mi sarei fatto saltare le cervella.

 

 

 

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