Bari, la Puglia e Venezia recensione di Tiziano Biasioli
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B.Vivarini, Madonna con Bambino e Santi, 1476, Bari, Basilica di San Nicola
 

 

Bari, la Puglia e Venezia
Storia di destini incrociati

 

Un libro importante, ricco di notizie e di fotografie; un'opera fondamentale per la conoscenza dei legami fra Venezia e la Puglia.

 
 
 

 


Bottega Veneta, Polittico, Isole Tremiti,
Chiesa di Santa Maria

Jacopo Palma il Giovane, la Cacciata degli
Angeli ribelli, 1625, Monopoli, cattedrale

 

 

Venexia cum Puia, puia cum Venexia

"Bari e Venezia: a prima vista le tiene insieme uno stesso mare, l'incavo d'acqua che si insinua a disegnare una porzione di quell'animale, dai contorni ancestrali e fantastici, che è il corpo liquido del Mediterraneo".

Con questa splendida “ouverture” inizia il libro.

Bari e la Puglia sono state le sorelle di Venezia ed eventi importanti le legarono.

Uno dei più famosi (generoso o interessato?) risale al 1003: è l'intervento di 100 navi guidate dal Doge Orseolo II giunte a Bari per liberare la città dall'assedio saraceno.

Da Bari vecchia, il popolo, scorgendo all'orizzonte le vele veneziane in arrivo, gridava “la vedi, la vedi!” che diventò poi “Vidua Vidue”, un evento ancor oggi rievocato in costume d'epoca.

Con il trattato commerciale del 1130, stipulato con Ruggero II, si concedeva ai veneziani libertà di movimento nel Mezzogiorno.

Mercator Peccator si affermava al tempo, ovvero il commercio era detestabile, disdicevole, indegno; poi, ad un certo punto, i mercanti divennero indispensabili e il ceto mercantile accumulerà una potenza economica da cui non sarà più possibile prescindere.

Attratti dal prestigio culturale di Venezia nell'Adriatico (chiamato golfo di Venezia fino al settecento) e grazie a loro, fra il XIV e il XVIII secolo, cresce il picco quantitativo e qualitativo delle importazioni di opere d'arte Veneziane in Puglia; dipinti, sculture, pale d'altare, argenteria scendono l'Adriatico per abbellire palazzi e chiese.

Si costruisce anche seguendo lo stile in voga a Venezia: palazzi e chiese sono edificati con mano d'opera locale e progettati da capimastri locali.

Alcune chiese presentano facciate a coronamento mistilineo e palazzi - come il Caccetta a Trani - manifestano il tardo gotico flambojant mentre le querce della Murgia risalgono l'Adriatico per dare legno e solidità alle navi di Venezia.

I rapporti culturali si intrecciano favoriti anche dall'Università di Padova che attrae - ancor oggi - gli studenti pugliesi.

Come scrisse l'architetto Le Corbusier, Venezia è “regina dell'Adriatico”, il mare che unisce la Serenissima città e la Puglia.

"In Adriatico ogni lembo di terra parla l'uno dell'altro, ogni gondoliere di Venezia batte il remo nello stesso mare in cui il pescatore di Bari aggancia il suo folpo e ogni fanciulla del Salento guizza di giovinezza: è la storia di destini incrociati".

 
 


Ostuni, cattedrale, facciata


Trani, Palazzo Caccetta, facciata, particolare

 


 
 

 


Secondo una nostra nuova consuetudine, apriamo il libro a pagina 100.

Troviamo interessanti notizie.

Non so se nel XVI secolo ci fosse la “rivalità” attuale fra nord e sud ma Venezia all'epoca aveva assoluta necessità dei prodotti delle Puglie: grano, cera, salnitro, lana ma primo fra tutti troviamo l'olio d'oliva, ritenuto il migliore per la durata - fino a quattro anni - e per il basso grado di acidità.

Ci viene spontaneo domandarci: “ma quante insalate dovevano condire?”.

Non tante ma all'epoca l'olio aveva un gran numero di usi quali: la produzione del sapone, la cardatura e pettinatura della lana, l'illuminazione a olio lampante, ecc.

La produzione totale delle Puglie ammontava a oltre dodici milioni di litri di cui la metà arrivava a Venezia attraverso cinquecento mercanti veneziani: un bel business da sud a nord!

Per informazioni: Mario Adda Editore, www.addaeditore.it

 

Bari, la mole possente del castello cittadino